Raccontami una storia.
E quando questa finisce raccontamene
un’altra. E se dovessi addormentarmi
(ricordo mia madre, ricordo la sua voce,
una ninna-nanna) svegliami e ricominciala
da capo. E se ti si seccasse la gola
(i punti, gli allora, le virgole, i quando,
gli infine, richiedono un certo fiato)
tossisci pure, prenditi una pausa
– qualche minuto, non di più –
e dopo aver schiarito la voce
continua a raccontarmi la storia.
E se ti si dovessero stancare gli occhi
(10 watt, economia e magia ma pure
una precoce miopia) raccontami un’altra
storia, una di quelle che conosci a memoria
– ma non quella di quando incontrasti lei,
non di nuovo, ancora una volta, non ogni sera.
E se dovessi invecchiare.
E se dovessi morire.
Ti racconterò io una storia.
Quella di un uomo che racconta una storia.
(Qui non accade mai nulla. Null’altro
se non incipit di racconti).
Tag: giovanni di benedetto, inedita, inedito, poesia, poesia inedita
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