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Carte inaspettate di Julio Cortázar.

04/02/2012

A partire dal 7 febbraio sarà disponibile nelle librerie, edito da Einaudi (collana Letture), Carte inaspettate di Julio Cortázar. Il volume raccoglie una serie di inediti dello scrittore argentino rinvenuti da un suo archivio e sui quali è stata svolta un’indagine filologica durata ben tre anni. L’edizione spagnola, curata dall’ex compagna di Cortázar, Aurora Bernárdez, è uscita lo scorso anno, e con mia grandissima sorpresa Einaudi ha preparato un’edizione italiana, con prefazione di Tabucchi. Questa uscita editoriale mette comunque in luce alcune contraddizioni in seno alle scelte editoriali della casa editrice torinese. Carte inaspettate, infatti, conterrà anche capitoli inediti di alcune opere mai edite in Italia come Un tal Lucas (di cui soltanto alcuni capitoli furono pubblicati nell’ormai introvabile volume della Pléiade einaudiana) e il Libro de Manuel. Il lettore italiano potrà così soltanto in parte comprendere il reale valore del volume, non potendo avvertire lo scarto tra i testi inediti/scartati dall’autore e quelli poi entrati a far parte delle opere edite. Spero che queste Carte inaspettate  incoraggino l’Einaudi a proseguire la pubblicazione delle due grandi opere  (Un tal Lucas e il Libro de Manuel) ancora inedite in Italia e che pubblichi nuovamente Componibile 62 e il volume di racconti curato da Ernesto Franco per la Biblioteca della Pléiade, da anni fuori catalogo. Così come sarebbe auspicabile la pubblicazione organica dell’opera poetica di Cortázar, praticamente sconosciuta ai lettori italiani.

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Julio Cortázar, Carte inaspettate

In uscita a inizio febbraio
Letture Einaudi
pp. X – 326
€ 20,00
ISBN 9788806206833

A cura di Aurora Bernardez
A cura di Carles Álvarez Garriga
Prefazione di Antonio Tabucchi
Traduzione di Jaime Riera Rehren

“Un degente si accorge di come il mondo in ospedale proceda rallentato, «come un disco a quarantacinque giri che gira a trentatré». Un bambino entra nella metropolitana di Buenos Aires come se entrasse in un mondo altro, fatto di serpenti e di odori inafferrabili, un mondo magico. Un fotografo cerca nei dettagli sullo sfondo uno slittamento dalla realtà immediatamente percepibile, «labili linee di fuga», altri destini, «altre ragioni di vita e di morte». Il degente, il bambino, il fotografo sono tutte figure autobiografiche che compaiono nelle storie di questo libro, tutti segni di quel sentirsi fuori posto nella «normalità» che ha caratterizzato Cortázar e la sua narrativa, indicazioni precise di un destino poetico che lo portava, come scrive Tabucchi nella sua prefazione, «a inseguire una realtà indipendente e autonoma che differisce dalla realtà visibile». Anche gli articoli giornalistici, un viaggio in India, i ricordi degli amici sono tutti attraversati da particolari coincidenze o strane sensazioni: le epifanie di alterità, ci dice la scrittura di Cortázar, avvengono nella vita di tutti i giorni anche se non tutti se ne accorgono, o non vogliono accorgersene.”

 

Sur, la nuova collana di Minimum Fax dedicata alla Letteratura sudamericana.

08/05/2011

Nelle prossime settimane Minimum Fax presenterà una nuova collana interamente dedicata alla letteratura sudamericana: SUR. Parallelamente è previsto il lancio di un blog interamente dedicato ad essa. Il primo titolo uscirà a giugno: Abaddón el exterminador di Ernesto Sabato, capitolo conclusivo di un trittico di romanzi iniziato con Il Tunnel (recentemente ristampato da Feltrinelli) e Sopra Eroi e Tombe (recentemente ristampato da Einaudi). In Italia l’opera è circolata con la traduzione L’angelo dell’abisso per Rizzoli. Fuori catalogo da anni e difficile da trovare anche nelle biblioteche, la notizia non può che essere salutata con entusiasmo. Dello stesso Sabato è inoltre prevista una nuova edizione dell’autobiografia Prima della fine, già pubblicata da Einaudi qualche anno fa ma attualmente fuori catalogo. A leggere i nomi dei primi autori che formeranno il catalogo della collana, Juan Carlos Onetti, Guillermo Cabrera Infante, Andrés Caicedo, Roberto Bolaño, c’è da attendersi uno slancio per dare avvio ad una ricodificazione, a distanza di anni dal primo “boom”, del canone sudamericano, troppo velocemente annacquato con autori e opere di dubbia qualità e di cui troppo velocemente si è persa traccia di alcune delle opere più significative (penso a quel grandissimo “romanzo” – le virgolette sono d’obbligo –  che è Museo de la Novela de la Eterna; primera novela buena di Macedonio Fernandez, tradotto nel 1989 da Il Melangolo e mai più ristampato; o ancora, penso a 62: modelo para amar (Einaudi lo pubblicò negli anni ’70 col titolo Componibile 62), romanzo di Julio Cortàzar che porta alle estreme conseguenze le novità formali di Rayuela (Il gioco del mondo, Einaudi). Cortàzar è un autore la cui vicenda editoriale in Italia subisce alterne fortune e molte sue opere sono tutt’oggi non tradotte nel nostro paese. C’è da attendersi che Sur rimedi anche a questa lacuna.

Videoteque: Cortàzar: Apuntes para un documental

10/04/2011

 

Questa è una clip tratta dal documentario Cortàzar: apuntes para un documental di Eduardo Montes-Bradley. Ritrae Carol Dunlop – ultima compagna dello scrittore argentino – e lo stesso Cortàzar in giro per Parigi. E’ bello immaginarla come un frammento filmato di Rayuela, con Cortàzar/Horacio che cerca per le strade del Quartiere Latino Carol/La Maga. La clip fa parte del materiale girato in 8mm dalla coppia in occasione del viaggio Parigi-Marsiglia intrapreso nel 1982, a pochi mesi dalla morte di entrambi. Da questo viaggio nacque anche un libro a quattro mani, l’ultimo edito da Cortàzar (e ancora inedito in Italia): Los Autonautas de la Cosmopista o Un viaje atemporal Parìs-Marsella.

da Carmilla:

«Nel 1982, quando ormai sanno di essere malati terminali – scrive Ernesto Franco – entrambi, Julio Cortàzar e la sua ultima compagna, Carol Dunlop, si propongono un ultimo gioco, un ludico esorcismo sulla soglia dell’abisso. L’idea è quella di percorrere su un piccolo camper – il quale diventa naturalmente un ‘dragone’ con tanto di nome wagneriano, Fafner – l’autostrada che taglia in due la Francia da Parigi a Marsiglia. Ma un gioco non è tale senza regole precise: si dovrà far sosta in tutte le aree di parcheggio, nella misura di non più di due ogni ventiquattro ore, con permanenze per la notte nella seconda (il che fa sessantasei fermate in trentatre giorni); non si potrà mai uscire dall’autostrada, ma si potrà sfruttare tutto quanto essa offra, nonché accettare aiuti e rifornimenti che volenterosi amici portino dall’esterno; andrà steso un minuzioso diario di viaggio a quattro mani che riporti osservazioni esterne ed impressioni dello spirito. Ne nasce Los autonautas de la cosmopista, (more…)

Grado zero: #3 (Valore esistenziale del tempo per Arturo Benedetti. Esempio n°2: arrivare tardi ad un appuntamento (cum excerpto).

09/03/2011

Per esemplificare al meglio il valore esistenziale del tempo, Benedetti ricorre ad una situazione-tipo quale quella di arrivare tardi ad un appuntamento, proemio di ogni appuntamento mancato. Gran appassionato del melodramma Benedetti è invece restio alle propensioni melodrammatiche, ragion per cui la situazione presa in esame è radicata nella più spicciola quotidianità ed è presa a prestito da un libro di Julio Cortàzar, Rayuela. Il dialogo in questione secondo Benedetti riassume perfettamente tutte quelle situazioni in cui un incidente X non ci porta a compiere un’azione desiderata Y in quel determinato momento Z. Arrivare tardi ad un appuntamento è questo: non riuscire a coniugare Y con Z. Troppo spesso si trascura il valore di Z. Senza Z per Benedetti Y neanche esisterebbe. Patologicamente affetto dalla nozione di “momento perfetto” Benedetti ha sempre amato il personaggio di Anny de La nausea di Sartre. Benedetti, pensava, o avrebbe fatto la fine di Anny o quella di Horacio Oliveira. Chissà. Chissà.

 

– Sarebbe meglio che tornassi a casa, – disse Talita, guardando affaticata Traveler.

– Prima devi dare l’erba a Oliveira, – disse Traveler.

– Non è più il caso, – disse Oliveira. – Comunque, lanci pure il cartoccio, per me è lo stesso.

Talita guardò prima l’uno e poi l’altro e restò immbile.

– Quanto è difficile capirti, – disse Traveler. – Tanta fatica e adesso salta fuori che mate più mate meno, per te è lo stesso.

– Le lancette hanno camminato, figliuolo, – disse Oliveira. – Tu ti muovi nella continuità del tempo-spazio con la lentezza di un verme. Pensa solo a tutto ciò che è accaduto da quando ti sei deciso ad andare a prendere quel panama scalcagnato. Il ciclo del mate si chiuse senza essere consumato, e frattanto qui fece il suo ingresso trionfale la sempre fedele Gekrepten, armata di arredi culinari. Siamo in zona caffelatte, niente da fare.

– Che ragionamenti, – disse Traveler.

– Non sono ragionamenti, sono dimostrazioni squisitamente oggettive. Tu tendi a muoverti nel continuo, come dicono i fisici, mentre io sono estremamente sensibile alla discontinuità vertiginosa dell’esistenza. In questo attimo il caffelatte irrompe, s’insedia, domina, si diffonde, si ripete reiteratamente in centomila famiglie. I mate sono stati lavati, ritirati, aboliti. Una zona temporale del caffelatte ricopre questo settore del continente americano. Pensa a tutto quel che implica e apporta questo. Madri amorose che istruiscono i loro pargoli sulla dietetica lattea, riunioni infantili attorno al tavolo del tinello, sulla cui parte superiore tutto è sorrisi e in quella inferiore calci e pizzicotti. Dire caffelatte in questo momento significa mutazione, convergenza gentile verso la fine della giornata, estratto conto delle buone azioni, delle azioni del portatore, situazioni transitorie, incerti proemi a ciò che le sei del pomeriggio, ora terribile di chiave nelle porte e corse all’autobus, concretizzano brutalmente. A quest’ora quasi nessuno fa l’amore, è prima o dopo. A quest’ora si pensa alla doccia (ma la faremo alle cinque) e la gente comincia a rimuginare le possibilità della notte, voglio dire se andrà a vedere Paulina Singerman o Toco Tarantola (ma non sappiamo ancora, c’è ancora tempo). Che rapporto c’è fra tutto ciò e l’ora del mate? Non ti parlo del mate preso male, sovrapposto al caffelatte, ma di quello autentico che io volevo, all’ora giusta, nel momento di maggior freddo. E queste cose non mi par proprio che tu le capisca sufficientemente.