A partire dal 7 febbraio sarà disponibile nelle librerie, edito da Einaudi (collana Letture), Carte inaspettate di Julio Cortázar. Il volume raccoglie una serie di inediti dello scrittore argentino rinvenuti da un suo archivio e sui quali è stata svolta un’indagine filologica durata ben tre anni. L’edizione spagnola, curata dall’ex compagna di Cortázar, Aurora Bernárdez, è uscita lo scorso anno, e con mia grandissima sorpresa Einaudi ha preparato un’edizione italiana, con prefazione di Tabucchi. Questa uscita editoriale mette comunque in luce alcune contraddizioni in seno alle scelte editoriali della casa editrice torinese. Carte inaspettate, infatti, conterrà anche capitoli inediti di alcune opere mai edite in Italia come Un tal Lucas (di cui soltanto alcuni capitoli furono pubblicati nell’ormai introvabile volume della Pléiade einaudiana) e il Libro de Manuel. Il lettore italiano potrà così soltanto in parte comprendere il reale valore del volume, non potendo avvertire lo scarto tra i testi inediti/scartati dall’autore e quelli poi entrati a far parte delle opere edite. Spero che queste Carte inaspettate incoraggino l’Einaudi a proseguire la pubblicazione delle due grandi opere (Un tal Lucas e il Libro de Manuel) ancora inedite in Italia e che pubblichi nuovamente Componibile 62 e il volume di racconti curato da Ernesto Franco per la Biblioteca della Pléiade, da anni fuori catalogo. Così come sarebbe auspicabile la pubblicazione organica dell’opera poetica di Cortázar, praticamente sconosciuta ai lettori italiani.
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Julio Cortázar, Carte inaspettate
In uscita a inizio febbraio
Letture Einaudi
pp. X – 326
€ 20,00
ISBN 9788806206833
“Un degente si accorge di come il mondo in ospedale proceda rallentato, «come un disco a quarantacinque giri che gira a trentatré». Un bambino entra nella metropolitana di Buenos Aires come se entrasse in un mondo altro, fatto di serpenti e di odori inafferrabili, un mondo magico. Un fotografo cerca nei dettagli sullo sfondo uno slittamento dalla realtà immediatamente percepibile, «labili linee di fuga», altri destini, «altre ragioni di vita e di morte». Il degente, il bambino, il fotografo sono tutte figure autobiografiche che compaiono nelle storie di questo libro, tutti segni di quel sentirsi fuori posto nella «normalità» che ha caratterizzato Cortázar e la sua narrativa, indicazioni precise di un destino poetico che lo portava, come scrive Tabucchi nella sua prefazione, «a inseguire una realtà indipendente e autonoma che differisce dalla realtà visibile». Anche gli articoli giornalistici, un viaggio in India, i ricordi degli amici sono tutti attraversati da particolari coincidenze o strane sensazioni: le epifanie di alterità, ci dice la scrittura di Cortázar, avvengono nella vita di tutti i giorni anche se non tutti se ne accorgono, o non vogliono accorgersene.”